Via Francigena
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Cosa sia la Via Francigena è facile dirlo, meno semplice è invece raccontare tutti quegli immensi frutti che ha portato nei secoli e che oggi sembrano scontati. In un’epoca dove culture diverse comunicano sedute su una sedia e le merci transitano sin dalle antipodi oggi per domani, sono state ridotte sì le distanze tra i popoli, ma lo scambio è diventato talmente frenetico da non poter essere profondo. Ben diverse erano invece i metodi e le vie di comunicazione nel passato che, con una visione del globo troppo vasta da immaginare (per molti il proprio mondo coincideva con quello del paese), facevano da collante coi popoli “stranieri” che spesso erano quelli del campanile accanto…

Questo non vuol dire che “era meglio quando si stava peggio” perché è banale, scontato e non corretto (se così fosse Leonardo da Vinci sarebbe un pazzo e non un genio), ma il mondo è cambiato e sta al buon senso del futuro pellegrino saper utilizzare quello che ha a disposizione e conservare quello che di buono gli è stato donato. Così accade per la via Francigena, l’antica strada medioevale che collegava la città capitolina con la Francia, che grazie allo spirito conservatore toscano ha avuto ripristinato il transito pedonale e ciclistico del suo antico tratto…

Contrariamente a quello che in molti pensano non è un’antica strada romana, ma bensì un percorso medioevale che sfruttava una serie di strade Romee che i pellegrini seguivano per raggiungere Roma, una delle mete spirituali più ambite nel passato tanto quanto Gerusalemme o Santiago de Compostela. Sebbene fosse già utilizzata con qualche variante, viene inconsapevolmente battezzata nel 990 dC con il viaggio di ritorno di Sigerico, arcivescovo di Canterbury, che col suo diario di viaggio inaugura un arteria che sarà l’asse fondamentale delle successive comunicazioni commerciali e militari e che farà la fortuna o meno dei borghi attraversati con battaglie sanguinose tra le egemonie che si contendevano la sua gestione…

Data la forte componente spirituale, lungo il tragitto esistevano numerose pievi, monasteri e ospedali ma anche locande ed ostelli che garantivano un alloggio, un pasto e delle cure. Icona caratteristica della via Francigena è il classico pellegrino con il sacco sulle spalle, ma in antichità era un segno distintivo anche il “labirinto” che metaforicamente simboleggiava il percorso ardito per raggiungere l’illuminazione…

In Toscana tocca città, borghi e paesaggi di assoluta bellezza quali la Val d’Orcia (Radicofani, Castiglione e San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni), le Crete Senesi (Buonconvento e Monteroni d’Arbia), Siena, l’Alta Valdelsa (Monteriggioni,  Colle di Val d’Elsa, San Gimignano), la Bassa Valdelsa (Gambassi Terme, San Miniato) Fucecchio, Altopascio, Lucca, Camaiore, Pietrasanta, Massa, una breve tappa in Liguria (Luni e Sarzana), Aulla, Bagnone, Pontremoli fino ad arrivare al Passo della Cisa…

Una gita come poche ne esistono al mondo, toccando culture ed usanze differenti, dove per il pellegrino era come attraversare mondi diversi prima di arrivare alla meta ambita. Oggi questi mondi esistono ancora, sicuramente più appannati di una volta, ma ancora presenti soprattutto nella vastità gastronomica che conta ad oggi 465 prodotti tipici e che pongono la Toscana al primo posto in Italia (fonte Coldiretti)…

Trecentoottanta chilometri di paesaggi mozzafiato con nella bisaccia prelibatezze da sollevare il copro e lo spirito per lungo il tragitto, come la Pattona, il Lardo di Colonnata, la Scarpaccia, il Buccellato, il Pane di Altopascio, il Mallegato di San Miniato, la Cipolla di Certaldo, il Marzolino di Lucardo, la Vernaccia di San Gimignano, il Panpepato di Siena, i salumi di Cinta Senese, il Pecorino di Pienza…

Immagine dal web (intoscana.it)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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