I Pici
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I pici sono un tipo di pasta fresca toscana fatta a mano, simili agli spaghetti ma più grandi e corposi. La loro origine è antichissima e risalente all’epoca etrusca, sono infatti tipici del sud della Toscana, delle provincie di Arezzo, Siena e Grosseto, e pare che la loro prima apparizione documentata sia a Tarquinia, nella celeberrima Tomba dei Leopardi, in un affresco etrusco che ritrae un banchetto dove un servo porta in tavola una scodella di pasta a fili irregolari…

Terreno fertile è stato trovato nella Val d’Orcia e più precisamente a Celle sul Rigo, dove sono celebrati in una sagra da ormai quarant’anni. Da qui in molti pensano che si siano diffusi nel resto della regione iniziando dalla Valdichiana, a Montepulciano, per poi prendere varie strade con nomi diversi: in Umbria (Strangozzi), in Emilia Romagna (Strozzapreti), nel Veneto (Bigoli) e perfino in Calabria (Strangoli)…

Secondo la tradizione si preparano con farina tipo zero, acqua, sale ed olio d’oliva… dopo aver spianato la pasta si ricavano delle striscioline da lavorare a mano sulla spianatoia in legno spolverata di farina di mais o semola di grano duro, ed ottenere così una forma cilindrica irregolare. Per ottenere un prodotto più compatto c’è chi mette un uovo per ogni chilo di farina, ma per altri è un vero e proprio insulto…

Sono adatti ad ogni tipo di condimento e data la loro territorialità sono molto legati ai sughi di carne e di cacciagione, come cinghiale e anatra, ma i condimenti tradizionali sono “alle briciole” e “all’aglione”. Ambedue molto semplici, il primo è realizzato solo con olio e briciole di pane soffritte in olio aromatizzato all’aglio per dare croccantezza, mentre il secondo è realizzato con olio d’oliva, peperoncino, conserva di pomodoro e Aglione della Chiana, un aglio molto più grande di quello comune e dal sapore più delicato, diventato ormai introvabile e presidio SlowFood…

Immagine dal web (nicolanatili.it)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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