Santa Fiora
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Citata per la prima volta nel nono secolo dC, Santa Fiora è un borgo caratteristico di assoluta bellezza i cui territori circostanti si sviluppano su quote collinari e montuose, collegando l’area amiatina con quella delle colline maremmane…

Posta oggi al confine con la provincia di Siena, storicamente il borgo ha avuto varie vicende che la vedono intrecciata con l’egemonia senese, in alleanze come nella Battaglia di Montaperti contro i fiorentini, o in scontri dove ha dovuto difendere i propri territori dagli attacchi senesi. A differenza infatti degli altri comuni amiatini, Santa Fiora non fu mai assoggettata ad Abbadia San Salvatore, ma è ricordata come il più importante feudo montano degli Aldobrandeschi e roccaforte della resistenza ghibellina della Toscana meridionale…

I suoi possedimenti si estendevano sul lato occidentale del Monte Amiata, arrivando a toccare a nord la Val d’Orcia e a sudovest buona parte delle colline maremmane, ma nel Trecento gradualmente perse il suo predominio sulle terre, cadendo infine sotto le mani dei senesi che distrussero i palazzi del potere esistenti e realizzarono la nuova rocca…

Con la fine della dinastia degli Aldobrandeschi, Santa Fiora nel Quattrocento venne guidata da Giudo Sforza che, nel tentativo di riportarla agli antichi fasti, realizzò importanti opere pubbliche come la peschiera e l’edificazione di palazzi signorili e centri di culto. Talmente amato dalla popolazione che entrò anche nella leggenda per l’uccisione del drago che infestava i territori circostanti, il cui teschio è oggi conservato nel convento della Selva…

Successivamente il borgo venne poi lasciato dalla famiglia per seguire gli interessi capitolini per essere poi annesso al Granducato di Toscana. Santa Fiora oggi è un’importante meta turistica del Monte Amiata, un borgo medioevale caratteristico per la sua posizione arroccata su una rupe che domina la sorgente della Fiora, dalla quale si apre la peschiera, un suggestivo laghetto che raccoglie le acque e dove nuotano serenamente pesci, papere e cigni…

Immagine dal web (flickr.com – Magma)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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