Pecora Massese
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Poco conosciuta dal consumatore finale, perché troppo abituato ad identificare (e non sempre) il prodotto finito senza preoccuparsi troppo della fonte, ma la Pecora Massese è sicuramente una delle razze ovine più famose e sicuramente quella che ha influenzato di più la produzione casearia del centro nord della Toscana…

Grazie alla sua grande attitudine al pascolo, alla robustezza fisica ed alla notevole produzione lattifera, ha “colonizzato” silenziosamente buona parte dell’arco appenninico toscano, trovando terreno fertile tanto nella Montagna Pistoiese quanto in Garfagnana, tanto nelle Alpi Apuane quanto nei monti della Lunigiana. Grazie a lei possiamo essere deliziati di prodotti quali l’Accasciato della Grafagnana o il Pecorino della Montagna Pistoiese, ha contribuito all’esistenza dell’Agnello di Zeri, e con la lavorazione dei suoi frutti sono nati piatti come il Tortello del Melo o prodotti come il Raviggiolo

È una razza autoctona originaria della valle del Forno, nelle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara ed è molto particolare anche nell’aspetto in quanto ha un mantello grigio piombo o marrone scuro molto tendente al nero (non è riscontrabile in alcuna razza italiana) ed anche le femmine sono dotate di corna. Votata alla produzione di latte è anche molto feconda riuscendo a sostenere anche tre gravidanze (spesso gemellari) in due anni, ma non è dedicata alla produzione di lana in quanto questa non può essere tinta…

Una razza che tutt’ora vive allo stato semi brado, con lunghi periodi in transumanza ed alimentata in gran parte con quello che trova in natura. Un allevamento tradizionale ma economicamente svantaggioso, che fornisce prodotti d’alto livello ma che sembra quasi un peso, vista l’odierna globalizzazione indiscriminata, la cattiva o assente educazione al consumo e con la proposta di prodotti dozzinali realizzati da ovini costretti in stalla. Tale tendenza ha fatto si che il numero di capi (sebbene sia ancora sostenuto) sia in ripida scesa, tanto da far suonare un campanello d’allarme alle istituzioni competenti per adottare delle misure di salvaguardia…

Immagine dal web (youtube.com – Palmerini Fabio)

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