Paparo alla Melarancia
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Anatra all’arancia, canard à l’orange, duck à l’orange… vi dice qualcosa?Tanti nomi e tante lingue per un piatto che nell’immaginario comune sa di esotico e di lontano, spesso associato all’alta cucina francese, ricercata e d’avanguardia…

Ma non è così, infatti non tutti sanno che è un piatto di origine medievale, servito alla corte fiorentina e chiamato il Paparo alla Melarancia. Nasce in un epoca dove non esistevano ancora metodi efficienti per la lunga conservazione della carne e pertanto erano utilizzati metodi alternativi che oggi sono in disuso, se non per realizzare un piatto alternativo…

La salagione era sicuramente uno dei metodi più in uso, ma era anche economicamente svantaggiosa vista l’ingente tassa sul sale, pertanto spesso le carni erano lavorate con degli agrumi (limone e arancia) che permettevano comunque una conservazione accettabile. Proprio in questo periodo infatti nei giardini medicei nascono le “limonaie” che oltre ad avere una funzione culinaria, saranno elemento di decoro e diventeranno un elemento immancabile nel giardino all’italiana…

L’altro elemento, l’anatra, era molto in voga a quel tempo per essere una selvaggina da penna non troppo semplice da catturare, dal sapore deciso e che ben si sposava con gli agrumi e la cannella, ingredienti che avevano il compito di ammorbidire e addolcire il gusto selvatico pronunciato dell’animale…

Molto presente ed apprezzata nei banchetti gigliati, il “furto” avvenne nel 1533, quando Caterina dei Medici, promessa sposa al futuro re di Francia Enrico d’Orléans, si spostò a Parigi con il suo seguito, portando con se anche i suoi migliori cuochi fiorentini e tutti quei piatti ricercati col puro intento di sbalordire tutti quei francesi ostili che la consideravano non degna alla corte francese…

L’abilità culinaria fiorentina non mancò di sorprendere i colleghi parigini che colsero la palla al balzo, ribattezzarono il piatto “canard à l’orange” e ne rivendicarono la paternità. Un’usanza che venne riproposta anche per altri piatti come  il gelato, la besciamella, le crepes, il foie gras

Immagine dal web (weekendidea.blogspot.com)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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