Marocca di Casola
La Lunigiana è una valle stretta tra la Liguria e l’Emilia Romagna, tra il mare di Massa Carrara e le cime delle Apuane. Fitta di boschi e povera di risorse, era abitata principalmente da mezzadri e boscaioli, dove la coltivazione del frumento era limitata al fondovalle, mentre nelle aree montane l’unica farina disponibile per la panificazione era quella di castagne…
Ne faceva parte anche Casola, un piccolo borgo ai confini della Garfagnana dove in autunno, la raccolta diventava un’attività fondamentale per le popolazioni del luogo coinvolgendo tutta la famiglia, compresi i bambini ed anziani. Le castagne erano poi poste ad essiccare riscaldate da un debole fuoco di legna di castagno, e quando erano pronte venivano portate nei numerosi mulini della zona dove, con una lenta macinatura, per evitare di perdere il profumo e la fragranza del frutto, veniva prodotta la farina per i pani e la polenta…
Nasce pertanto la Marocca di Casola, dove il nome Marocca pare derivi dal termine dialettale “marocat” (poco malleabile) data la sua consistenza abbastanza ardita. Successivamente, con l’uso nell’impasto di una piccola percentuale di un altro prodotto della montagna quale la patata, il prodotto è diventato più fruibile e conservabile…
Buona con un semplice filo di olio extravergine, si consuma di norma con i formaggi caprini morbidi e con il miele ma anche, rimanendo in zona, con il lardo di Colonnata e con i salumi salati e saporiti della tradizione toscana.