Il culo con le quarant’ore
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Se nel resto dell’Italia si dice «ci sta come il cavolo a merenda» a Firenze, che sono di bocca schietta e con poca inibizione, si dice «c’entra come il culo con le quarant’ore» andando ad indicare che una cosa o una situazione non c’entra niente con un’altra…

Sebbene faccia sorridere o scandalizzare, quest’affermazione non esce a caso e come del resto la maggior parte dei proverbi o modi di dire toscani, hanno sempre a una reale vicenda accaduta che sia stata di rilievo storico o popolare. Il toscano infatti non dimentica mai e se c’è un’evento canzonatorio o denigrante da rimarcare sarà sempre pronto a ricordarlo ed evidenziarlo…

In questo caso sembra nascere da un fatto avvenuto nella chiesa fiorentina dei Santi Apostoli Pietro e Paolo durante le Quarantore, una funzione religiosa pasquale (ovvero le ore trascorse tra la morte e la risurrezione di Cristo) che prevedeva l’esposizione del Santo Sacramento per quaranta ore consecutive e a turno in ogni chiesa fiorentina…

Evento particolarmente sentito dal popolo, le chiese che esponevano il Sacramento erano prese d’assalto e proprio qui, nella chiesa gremita e soffocante di fedeli, nella solennità dell’evento, tra fiori, candele ed addobbi ad un certo punto si sentì risuonare un sonoro ceffone…

Tutti i fedeli si voltarono sorpresi ed allibiti verso la fonte di quel suono e videro un distinto messere chiaramente imbarazzato, con un evidente stampo violaceo sulla guancia e una giovane donna visibilmente risentita che lo fulminava con lo sguardo…

Il pover’uomo, cercando di giustificarsi, balbettando attribuì l’inconsapevole mano morta alla calca della chiesa dicendo: «… è per via delle Quarant’ore…» e lei battagliera: «Ma icchè c’entra i’culo con le Quarant’ore?!».

L’ilarità che ne seguì è immaginabile e sebbene soffocata al momento per il contesto, terminata la funzione religiosa la storia fece rapidamente il giro della città facendo sia scaturire grasse risate che nascere un nuovo modo di dire durato nei secoli…

Immagine dal web (turismo.intoscana.it)

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