Giovanni Della Casa e il Galateo
Dillo ad un amico...
Giovanni Della Casa

Sebbene il popolo toscano sia stato da sempre additato come volgare, becero ed esuberante, in realtà questi sono solo una parte del suo animo sanguigno e genuino, ma è vero anche che è riuscito a cogliere prima d’altri certe sfumature, elaborandole e rimettendole in piazza con delle regole…

Non certo per volgarità ma per genuinità, è il caso di Giovanni Della Casa, arcivescovo di origini fiorentine nato nel Mugello, che pubblicò nella metà del Cinquecento la sua opera magna “Galateo, ovvero de’costumi”, un trattato dedicato al costume ed alle regole della buona educazione…

Con una rivoluzione di usi e costumi partita già da ormai quasi due secoli, molti letterati dell’epoca sentivano l’esigenza di fondare un nuovo stile di vita e con un’abbondante fioritura di trattati, proponevano il loro modello ideale in ogni ambito, che questo fosse stato sociale o politico. Nonostante infatti fosse il Rinascimento, è bene ricordare che si proveniva da un’epoca buia e non era certo serena, pertanto ogni ceto sociale doveva essere istruito come un bambino. Proprio un “giovinetto” era al centro del libro, il quale veniva educato da un’illetterato su quali fossero i buoni costumi e su come comportarsi nella società…

Da come intrattenere una conversazione a come stare a tavola, il trattato ebbe un notevole successo tanto da essere accolto benevolmente dalla signoria fiorentina e con Caterina dei Medici da essere esportato alla corte francese…

Sebbene l’autore sembri più interessato alla forma che alla sostanza, i libri sono realizzati per chi li legge e mentre nella società medicea ebbe un effetto benefico di educatore mantenendo comunque la sostanza, in Francia se ne appropriarono cambiando il nome in Bon Ton e lo ostentarono a tal punto da essere onnipresente per superficialità nel Seicento, nel Settecento e nell’Ottocento…

Giovanni Della Casa scriveva infatti: «… il vero gentiluomo è colui che riesce a conformarsi agli altri, uniformandosi al loro “piacer”, senza però trasformarsi in un buffone che vuole ad ogni costo divertire i suoi interlocutori… »

Immagine dal web (biografieonline.it)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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