Filippo Brunelleschi
Dillo ad un amico...

Riconosciuto universalmente come uno dei tre artefici del Rinascimento fiorentino, in effetti lui fu il punto di rifermento degli altri due (Donatello e Masaccio) e diversamente non poteva essere, visto che nella sua vita fu un’eccelso architetto, un acuto ingegnere, un superbo scultore, un raffinato orafo ed anche uno scenografo…

Sebbene nato da una famiglia agiata fiorentina, Filippo non volle intraprendere gli studi giuridici seguendo le orme del padre, ma preferì entrare come ragazzo di bottega presso un’orafo amico di famiglia perché amante delle arti figurative. Qui imparò a fondere i metalli e a lavorare di cesello, realizzando anche incastonature ed icone a sbalzo, evidenziando fin da subito una notevole manualità. Dopo il suo periodo di apprendistato, nel Quattrocento partecipa al concorso per realizzare la seconda porta del Battistero di Firenze ma, realizzata una formella campione, venne scartato perché troppo visionario…

Deluso e rammaricato per la decisione presa, lascia Firenze per studiare da vicino lo stile antico delle rovine romane, dove fece anche la conoscenza del giovane Donatello. Diventati amici, nel soggiorno romano erano identificati come “quei del tesoro” perché andavano qua e la scavando tra le rovine…

Rientrato a Firenze, successivamente all’arte orafa e pittorica affiancò molte altre discipline sia di carattere artistico, come la scultura, che scientifico, come la matematica, la geometria e la fisica. Spesso in competizione con i propri colleghi, non perdeva occasione nell’ironizzare, a volte con sarcasmo e a volte con efferatezza, sui lavori altrui diventando un personaggio antipatico per quanto sincero…

Dal suo genio venne inventata la prospettiva a punto unico di fuga, che divenne l’elemento caratteristico di tutta la produzione rinascimentale, ma la sua grande produzione è stata per lo più scultorea ed architettonica. Chiamato spesso come consulente della Repubblica di Firenze, ricevette anche numerosi incarichi per la realizzazione di edifici religiosi, per soluzioni ingegneristiche sia civili che militari e soluzioni strategiche, ma capolavoro ed opera esemplare della sua vita è sicuramente la cupola del Duomo di Firenze…

Consultato più volte per problemi ingegneristici durante l’edificazione della cattedrale, al momento della costruzione della cupola, gli ingegneri responsabili si resero conto che avevano complicato più del dovuto il progetto originale di Arnolfo di Cambio e che una qualsiasi struttura non sarebbe stata in grado di sostenerne il peso…

Venne pertanto indetto un concorso pubblico per trovare una soluzione al problema che trovò la partecipazione di diciassette ingegneri, con qualche soluzione fantasiosa. Nell’occasione viene narrato anche l’aneddoto dell’uovo del Brunelleschi che ben rappresenta sia il carattere del personaggio, determinato e sfrontato, che la sua spiccata genialità…

Per certi aspetti anche la soluzione di Brunelleschi sembrava visionaria volendo costruire la cupola senza armatura, ma quando con l’aiuto di Donatello dimostrò la sua fattibilità costruendo con la medesima tecnica una cupola in scala tra il Battistero ed il Duomo, raccolse l’approvazione sia degli operai che degli scrutinatori. Vinto il concorso, la cupola venne commissionata secondo il progetto del Brunelleschi ma con la collaborazione, che sarà poi marginale, del Ghiberti (arrivato secondo) e l’evento venne festeggiato con pane, vino, baccelli e pecorino…

Senza entrare troppo nelle soluzioni tecniche adottate, sicuramente avveniristiche e rivoluzionarie, geniale fu l’idea di realizzare due cupole dove l’interna serviva da sostegno all’esterna, lasciando tra le due un intercapedine, e per compensare la grande area da coprire venne deciso di non realizzare una cupola semisferica ma allungata verso l’alto, donando al contempo maggiore esteticità e minor carico sulle strutture…

Oltre alla progettazione, il merito di Brunelleschi fu anche quello di trovare soluzioni innovative per migliorare tutta la macchina organizzativa del lavoro, realizzando ponteggi sospesi, sistemi di carrucole per sollevare grandi laterizi, realizzare cucine e magazzini all’interno della cupola per ridurre i tempi di pausa ed anche imbarcazioni per il trasporto dei materiali in Arno…

Uomo saccente, determinato e molto pretenzioso con i propri collaboratori e sottoposti, di lui il Vasari disse: “Molti sono creati dalla natura piccoli di persona e di fattezze, che hanno l’animo pieno di tanta grandezza et il cuore di sì smisurata terribilità, che se non cominciano cose difficili e quasi impossibili, e quelle non rendono finite con meraviglia di chi le vede, mai non dànno requie alla vita loro”…

Immagine dal web (flickr.com – Estrella Hwang)

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