Bozza di Prato
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Un pane della tradizione contadina che ha una storia alle spalle di oltre i cinquecento anni, la Bozza di Prato era infatti già presente sui banchi dei mercati fiorentini nel Rinascimento, talmente apprezzata da essere considerata la più pregiata e costantemente presente sulle tavole dei nobili quali anche i Medici

Rimasta pressoché identica al passato, ha attraversato indenne i secoli ed oggi come allora si presenta come un pane dall’aspetto rustico e croccante, dalla forma rettangolare “abbozzata” (da cui il nome), con la crosta di colore bruno scuro spolverata di farina, con una mollica bianca, compatta e molto alveolata…

È un pane toscano, pertanto come la tradizione panificatoria vuole è privo di sale, realizzato con farina di grano tenero, acqua e poco lievito naturale. Una volta impastato viene realizzato una sorta di “baco” e lasciato a riposare. Finito il riposo, a discrezione del mastro fornaio, viene rimpastato e tagliato in forme da chilo per essere messo a cuocere…

È questa lavorazione finale prima dell’infornata che caratterizza il prodotto finale, in quanto viene bloccata e parzialmente abbattuta la lievitazione. Con la cottura in forno poi il pane tornerà a lievitare bruscamente in modo disomogeneo ed assumendo l’aspetto tipico. La mancata levitazione inoltre non influenzerà solo la forma esterna, ma anche l’interno, infatti la mollica si presenterà più compatta e “pesante”…

Particolarmente indicata da consumarsi con i salumi del territorio come la Mortadella di Prato, è ideale anche come base per una semplice bruschetta con l’olio buono o un Crostino Toscano, o per la realizzazione di piatti più “complessi”  come la Panzanella, la Ribollita o la Pappa al Pomodoro

Talmente radicata nella quotidianità popolare, è presente ancor oggi in un vecchio detto campanilistico fiorentino che recita la ricetta della felicità: « Pane di Prato, vino di Pomino, potta di Lucca e cinci fiorentino »… poi ci sono state tante varianti in base a quale “potta” scegliere…

Immagine dal Web (itreforchettieri.it)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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