Berlingaccio
Dillo ad un amico...

Un antico detto diceva: «… a Berlingaccio, chi ‘un ha ciccia ammazzi il gattaccio.. » un massima che fa scalpore (Bigazzi c’ha perso il posto in Rai parlando di gatti cucinati) ma è una verità che la dice lunga sui periodi di magra dei tempi antichi…

Non di gatti si vuole parlare, ma di una festa nata nel Rinascimento, sorta a seguito di un periodo storico relativamente più sereno ed antesignana del carnevale, che veniva festeggiava il giovedì grasso, con banchetti gozzoviglianti di prodotti d’ogni genere e dedicati all’abbuffata prima del periodo di magra della Quaresima. Per chi non se li poteva permettere…

Già allora facevano ben mostra di se sulle tavole i dolci tipici di carnevale come il Berlingozzo, i Cenci, la Schiacciata alla Fiorentina e tra canti e scherzi spesso beceri, nacque il termine di “berlingare”, una parola più volte utilizzata dagli scrittori dell’epoca, che va ad indicare il “ciarlare pesantemente avendo ben pieno il ventre ed essere riscaldati dal buon vino”…

Un evento popolare e pagano che era un’istituzione in tutta la Toscana, tanto quanto i riti religiosi, dove non solo erano realizzati dei banchetti tra amici o familiari, ma venivano allestiti un po’ ovunque nelle città dei palchi per danzare o delle giostre anche a carattere militaresco con elmi, spade ed armature…

Immagine dal web (commons.wikimedia.org)

Leave a Comment