Abbazia di Sant’Antimo
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Sicuramente una delle architetture romaniche più importanti del territorio toscano, l’Abbazia di Sant’Antimo è una meraviglia immersa nella campagna lussureggiante nei pressi di Montalcino, in provincia di Siena, dove la vite e l’olivo costituiscono l’elemento caratterizzante del paesaggio…

Una storia antichissima che parte dal 352 aC quando venne edificato un piccolo oratorio nello stesso luogo sorgeva una villa romana. Successivamente i Longobardi ampliarono l’edificio per realizzare un monastero benedettino che dovesse essere utile sia per la gestione dei territori, che come sosta per i pellegrini diretti a Roma, dai mercanti, dai soldati e dai messi dei re, vista anche la vicinanza della celebre Via Francigena

Con la nomina nel 1051 dell’abate di Sant’Antimo come Conte e consigliere del Sacro Romano Impero, inizia per l’abazia il “secolo d’oro”. Risulta infatti che sotto la propria gestione ci sono stati castelli, terreni, poderi, mulini, monasteri, chiese, pievi e ospedali che andavano dal grossetano al pistoiese, passando da Siena e Firenze, fin anche il castello di Montalcino dove il priore alloggiava…

L’abbazia cominciò così a mutare il suo aspetto ampliandosi sempre più, ma fu un successo che durò solo un secolo, già dal 1145 infatti si dovette sottomettere a Siena perdendo la propria indipendenza. Gestita dai senesi rimase comunque un punto di riferimento di rilievo, ma con la sudditanza ai fiorentini ecco che il potere venne centralizzato su Firenze e l’abbazia ebbe un lento ed indecoroso tracollo, tanto indecoroso da essere stata abitata nel Ottocento da un mezzadro, che alloggiava nell’appartamento vescovile, utilizzava la cripta come cantina, la chiesa come rimessa ed il chiostro come spazio per gli animali…

Fortunatamente nel 1870 passa sotto la giurisdizione delle Belle Arti che con sette campagne di restauro l’abbazia torna a riavere il suo aspetto austero dello stato attuale. Imponente svetta nella campagna senese, suscitando nel turista e nel fedele sentimenti d’impotenza già nella visione esterna. Entrando poi non si può che rimanere affascinati ed impietriti da tale bellezza e magnificenza con uno splendore che non deriva da pitture, fregi o stucchi raffinati ma dalla semplice ed austera struttura…

Immagine dal web (antimo.it)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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