Abbazia di San Bruzio
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Immersa nella maremma grossetana e circondata da campi coltivati ad ulivi e grano, spiccano i resti di quella che era un’abbazia florida ed imponente, costruita intorno al mille dai monaci benedettini… l’Abbazia di San Bruzio.

Distante una manciata di chilometri da Magliano in Toscana è un’opera in stile tipicamente romanico con decori inusuali in Maremma perché di stampo Franco Lombardo. Sotto la direzione dell’Abbazia di Sant’Antimo, ebbe un notevole ruolo commerciale ed economico, ma nel Seicento le politiche e gli assetti cambiarono così che venne abbandonata e lasciata alle intemperie. Anni di incurie hanno fatto poi il resto facendo sì che oggi rimanga solo l’abside e parte del transetto…

Un luogo suggestivo che emana un fascino particolare, forse per la sua struttura e i suoi decori, che la mente viaggiando a ritroso nella storia la riporta imponente, florida e brulicante di monaci e cavalieri, in un luogo che è ora isolato e dedicato a ben altro. Qui si respira un’aria magica e spirituale che ha suscitato storie e leggente, si racconta infatti che tra queste rovine si rechi il Destino per accontentare le anime dei supplichevoli, ma non è facile incontrarlo e pare che si fermi soltanto al cospetto di un cuore puro e generoso…

Una leggenda narra che un giorno una giovane innamorata, andò a pregare il Destino per salvare la vita dell’uomo che amava. Il desiderio venne avverato, ma dopo poco la donna tornò per consegnargli la propria vita poiché quell’uomo non aveva più bisogno di lei. Venne accontentata, ma si dice che in certe notti l’ombra del giovane colmo di rimorso torni a piangere presso il monastero in cerca del Destino, con la supplica di riavere indietro la sua amata. Il Destino di San Bruzio però non aiuta i cuori impuri, tanto meno chi piange sul male fatto….

Immagine dal web (flickr.com – Rainer Michael Hawlicek)

Written by Francesco Ghezzi

Appassionato tanto di tecnologia quanto di folclore e tanto di innovazione quanto di tradizione, sono convinto che la storia di oggi sia stato il futuro di ieri, e lontano dal linguaggio accademico, racconto la modernità dei simboli del passato come fonte d'ispirazione e slancio verso il progresso... La curiosità, il sapere ed il voler fare sono aspetti che hanno mosso l'uomo nei corso dei secoli: « Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza », pertanto quanto moderni sono Galileo, Leonardo da Vinci, Marconi, Meucci e molti altri ? Poi "Dobbiamo porci una domanda: voglio aiutare la comunità che mi stà intorno a migliorare?"(N.Mandela). Il futuro è nella condivisione... più persone conoscono e partecipano ad un progetto e migliore sarà lo sviluppo dello stesso.

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